Sui social:

Home » Vicchio: la storia di Franco Melidei, volontario dal 2016

Vicchio: la storia di Franco Melidei, volontario dal 2016

Franco ha dovuto lasciare il lavoro piuttosto giovane, per motivi di salute. Vive a Vicchio e un
giorno, ritrovandosi nel suo salotto, si è detto: che fare per riempire le giornate e continuare a
servire i propri concittadini come ha fatto per oltre trent’anni? Perché Franco Melidei, 55 anni e
appartenente alla Misericordia di Vicchio, per 30 anni è stato un sovrintendente dei carabinieri. “Era
una professione per certi versi simile a quella di adesso – dice sorridendo – ho sempre cercato di
aiutare le persone intorno a me. Prima mi servivo delle leggi in atto, cercando di farle rispettare ma
anche con la consapevolezza di vivere in piccole realtà dove le persone hanno bisogno anche
soltanto di un piccolo aiuto. A noi spesso non costa niente ma quell’aiuto, per loro, significa
tantissimo. A volte può svoltare la loro giornata, strappare un sorriso, far guardare al futuro con più
serenità e meno pesantezza”.

Franco ricorda anche gli inizi del suo volontariato, piuttosto recenti. “Era il 2016 – racconta – ho
iniziato da pensionato come tanti. Purtroppo, per motivi di salute, ho dovuto lasciare il mio lavoro
relativamente giovane. E allora è sorto in me il desiderio di fare qualcosa di utile per il prossimo.
Così ho preso parte ai due corsi previsti: il livello base e quello avanzato. In realtà avevo già svolto
dei servizi sociali e così, una volta ottenuto il livello avanzato, mi sono dedicato alle emergenze.
Adesso che faccio il governatore, comunque, dedico due turni a settimane alle emergenze. Riesco a
unire all’attività di ufficio anche il lavoro da casa”.

Ma Franco rivolge anche un appello ai suoi coetanei o comunque a chi, come lui, ha vissuto in
prima persona il desiderio di dare una mano: “Non voglio dare la colpa alla pensione ma per tanti il
volontariato arriva proprio in quel momento. Volevo sentirmi utile, attivo. Così mi sono alzato dal
divano e ho capito che rispetto alla mia professione precedente, quella come carabiniere appunto,
cambiava poco: dare una mano al prossimo, accompagnarlo, sostenerlo, ascoltarlo. Niente più. Ma
per me il massimo”.

Condividi su